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sei in: i Germanici > i tedeschi in Polonia > i Tedeschi della Ober Slesia


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La parte sud-orientale della Slesia, era scarsamente abitata da un piccolo residuo di popolazione Vandalo-germanica e slava della regione Opole, migrata da est, dalla fine del periodo di “Völkerwanderungen” migrazioni di popoli), venuti in questi territori intorno all’anno 1.000.

dove si trova

A seguito delle numerose divisioni di eredità da parte della dinastia dei Piast, aveva subito a partire dalla seconda metà del 12° secolo un certo sviluppo in confronto alla Centrale e Bassa Slesia (Ducato di Ratibor), da cui è delimitata da sinistra dal fiume Oder ed a destra dal fiume Stober.

Poiché 1202, quando il principe polacco Ratibor prese il controllo della regione di Opole, l’Alta Slesia divenne sempre più indipendente dal territorio del resto della famiglia principesca. Dal 1281 il Ducato di Opole si è disintegrato in un certo numero di piccoli ducati: Bytom, Oppeln, Ratibor, Cieszyn, Kozle, Auschwitz e Zator.

antico stemma

Successivamente, il confine della Slesia polacca è stato per quasi mezzo millennio uno dei meno controversi e più pacifici confini in tutta l'Europa. Come è stato il caso degli altri ducati dei principi Piast di Slesia, il principe dell’Alta Slesia ha accettato nel 1320/1330 di essere feudatario della Boemia, a cui la terra è rimasta legata fino al 1742 e, in alcune parti, fino alla fine della monarchia nel 1918.

Dal trattato di Trencin del 1335, la Polonia rinunciato "per tutti i tempi" a favore della Boemia il diritto a reclamare la Slesia. Più tardi, quando la Slesia quindi passò alla Boemia, era diventata una parte del Sacro Romano Impero.

La colonizzazione tedesca del sud-est della Slesia medievale è iniziata nel 13° secolo, alcuni decenni più tardi rispetto a quella della Bassa Slesia. Quella del centro di Opole avvenne nel 1217, quella di Beuthen nel 1254, quella di Ratibor nel 1299, quella di Teschen nel 1374.

I coloni provenivano da tutte le parti dell’impero ed avviarono un processo di graduale e informale assimilazione della popolazione residente attraverso l'introduzione di nuove ed efficienti forme giuridiche ed economiche. In 150 anni, 20 città e più di 200 villaggi furono fondati in Alta Slesia, nel Ducato di Opole, in conformità con il diritto tedesco.

Gli effetti della peste nera nel 1347/48 e le devastanti incursioni degli Hussiti nel 1425-35 furono particolarmente evidenti, in quanto non solo venne decimata la popolazione, ma anche il flusso di migranti dall'impero subì un grande calo, mentre quelli provenienti dalla Polonia aumentavano.

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In Slesia il processo di assimilazione linguistica ebbe una battuta d'arresto a est ed a sud. Solo la popolazione rurale aveva sviluppato il bilinguismo già dal Medio Evo, con il tedesco ed il polacco, nacque quindi una nuova lingua, denominata "Wasser polacco" (i linguisti preferiscono utilizzare il termine "Upper Silesian").

Una delle caratteristiche principali dell’Alta Slesia è stata il cattolicesimo, che è sopravvissuto per secoli nonostante il successo della Riforma del 16° secolo. Dopo che la Slesia è passata gli Asburgo nel 1526, la Controriforma allA fine del 16° secolo e nel 17° secolo è stata particolarmente rigorosa. Solo nelle zone della frontiera meridionale e nel nord il protestantesimo è stato in grado di resistere tra i tedeschi.

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Dopo la Prima Guerra di Slesia (1740-42), l'intera Slesia e anche la Provincia di Klodzko passò alla Prussia, con eccezione dei ducati di Opava, Krnov e di Teschen, che restarono alla corona di Boemia. L’Alta Slesia divenne prussiana nel 1816 e nacque il distretto governativo della provincia di Slesia nel corso dello stesso anno.

L’industrializzazione, soprattutto nella seconda metà del 19° secolo ha portato, in primo luogo, a consistenti immigrazioni di lavoratori dalla Polonia e, in secondo luogo, ad una rapida urbanizzazione del distretto minerario dell’Alta Slesia: il numero degli abitanti è raddoppiato in pochi decenni. Il conseguente aumento dei contrasti sociali nel 1900 era cresciuto in modo esplosivo.

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Dopo la prima guerra mondiale, la Polonia ha cercato di annettersi la maggior parte della Slesia. Le cosiddette "rivolte polacche" dal 1919 al 1921 sono state sopraffatte dalle associazioni di difesa dei tedeschi. Nel marzo 1921, un referendum nella parte della Slesia che era stata posta sotto amministrazione alleata ha dato come risultato che il 59.6% degli elettori ha votato per restare con la Germania ed il 40,4% ha votato per il passaggio del territorio alla Polonia.

La Conferenza degli alleati decretò una spartizione del territorio, dando luogo a 3.213 chilometri quadrati con 985.000 abitanti passasse alla Polonia nel 1922, anche se le grandi città passate alla Polonia avevano avuto maggioranza di voti per rimanere con la Germania.

Nel 1925 circa 120.000 tedeschi emigrarono dalla Slesia dell’est a quella dell’ovest o in altre parti della Germania. Alla fine del 1930 vi erano comunque circa 490.000 tedeschi, anche se fra questi circa 360.000 persone erano bilingue.

Alla fine della seconda guerra mondiale si potevano contare 85.000 morti. Tutti i tedeschi dell’Alta Slesia furono evacuati nel 1950; più del 90% dei quali in Germania Ovest, soprattutto del Nord Reno-Westfalia ma anche in Bassa Sassonia ed in Baviera.