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sei in: i Germanici > i tedeschi in Polonia > i Tedeschi della Vistola-Warta


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I tedeschi della Vistola-Warta (in tedesco, Weichseldeutsche) erano dei tedeschi etnici che, si erano insediati in quei territori polacchi che erano passati alla Russia ed all’Austria nel 1815 e che divennero noti, dopo la ribellione polacca del 1863, come i Territori della Vistola. Questo territorio comprendeva la maggior parte dei fiume Vistola (in Weichsel tedesco, Wisła in polacco) spartiacque della Polonia centrale, fino ad appena a est di Toruń. La Vistola scorre da sud a nord est, in una ampia valle che si estende dai Carpazi alla foce sul Mar Baltico, vicino a Danzica (oggi Gdansk).


in verde gli isediamenti lungo la Vistola

I tedeschi della Vistola-Warta hanno dato origine a quattro diversi gruppi di insediamenti: nella ex provincia prussiana di Posen (Poznan in polacco); nella Polonia centrale nei pressi di Lodz; nella Galizia con il suo centro in Lemberg (Lwów in polacco) e nella Volinia.

La presenza tedesca nella regione intorno a Danzica risale al Medioevo. Dal 12° secolo, anche se in grandi numeri solo dal 13° secolo, coloni e mercanti tedeschi risposero alla chiamata dalla nobiltà polacca e tedesca che invitava i monaci a cristianizzare il territorio della successiva Prima Repubblica Polacca. I primi coloni, al seguito dei monaci, si stabilirono nei villaggi e nelle grandi città che erano spesso governate secondo la “legge tedesca delle città”.

Furono questi coloni a determinare l'aspetto delle città, essendo i primi a formare i primi centri urbani borghesi in un paese quasi interamente agricolo. I primi coloni fondarono le città secondo il diritto tedesco che riguardava numerosi privilegi accordati dai governanti locali; divennero grandi proprietari immobiliari e generarono innovazione tecnologica e progresso economico.


Danzica / Gdansk, chiesa di Santa Maria e panorama, foto del 1929

Come era già successo anche in Slesia ed in Pomerania, sorsero monasteri premostratensi come quello di Lekno (1143) e quello di Strelno (1193) che divennero ben presto i centri di sviluppo per l'insediamento dei contadini tedeschi.


contadini tedeschi al lavoro

In città come Gnesen (fondata nel 1253), Posen (anch’essa fondata nel 1253), Cracovia (città fondata nel 1257 divenuta successivamente la capitale della Polonia), ecc, nel 13° e 14° secoli i tedeschi rappresentavano la maggioranza della popolazione.

Nel 14° secolo non ci furono nuovi insediamenti, e sia nelle città che nelle campagne si venne a creare un’assimilazione dei tedeschi alla lingua ed agli usi locali. Tuttavia, circa un terzo della popolazione di Cracovia e di Lemberg continuò a parlare il tedesco.

In questo periodo la religiosa ma ancora tollerante Polonia ed in particolare la cosiddetta Grande Polonia (Posen e Gnesen), è stata il luogo di rifugio per molti tedeschi protestanti, che hanno dovuto lasciare la Slesia sotto la pressione della Contro-Riforma.

Dopo le perdite della Grande Guerra del Nord (1700-1721), gli insediamenti tedeschi nei territori deserti o abbandonati nella Cuiavia e nella Prussia Reale aumentarono quando i proprietari dei terreni cercarono di ripopolare le loro terre.

Le migrazioni lungo il fiume Vistola, a Płock, Wyszogród ed oltre, continuarono per tutto il periodo delle spartizioni della Polonia alla Prussia, all’Austria ed alla Russia.  Gran parte del bacino del fiume Vistola passò sotto il dominio prussiano nel 1793, venendo diviso in due province prussiane: quella della Prussia Meridionale e quella della Nuova Prussia Orientale.


casa di un villaggio "Olędry"

Nel 16° e 17° secolo, i coloni provenienti dai Paesi Bassi e dalla Frisia, spesso Mennoniti, fondarono nella Prussia Reale alcuni villaggi autogovernati. Questo tipo di organizzazione del villaggio divenne nota come la "legge Olęder” ed i villaggi venivano chiamati "Holendry" o "Olędry".

Gli abitanti di questi villaggi erano chiamati Olędrzy, indipendentemente dal fatto che erano di lingua olandese, tedesca o altra lingua. In Masovia furono fondate due comunità mennonite: uno era Wymyśle Polskie e l’altro era Kazuń Polski. Alcuni Mennoniti vivevano nei villaggi vicini, come Sady e Świniary, dove la stragrande maggioranza degli abitanti erano tedeschi luterani. Questi contatti possono aver contribuito alla germanizzazione dei Mennoniti.

Nei territori della Prussia meridionale, che fino al 1807 erano passati alla Prussia a seguito della seconda e della terza partizione polacca del 1793/95, nel giro di pochi anni, sotto la direzione prussiana, vi fu un ampio sviluppo che portò alla fondazione di un certo numero di nuovi insediamenti tedeschi.


Stemma
del Ducato di Varsavia

Nonostante la breve occupazione da parte di Napoleone (quando la regione venne trasformata nel Ducato di Varsavia) e nonostante l'acquisizione da parte della Russia dopo il Trattato di Parigi (1815), la migrazione dei tedeschi nella regione continuò per tutto il 19° secolo. I tedeschi spesso si stabilivano nelle comunità esistenti, ma fondarono anche molti nuovi villaggi in modo che, dopo la prima guerra mondiale, possono essere documentati ben più di 3000 villaggi con abitanti tedeschi.

Il territorio intorno a Posen, che dal 1815 al 1848 divenne un Granducato entro la Prussia e che successivamente divenne una provincia, era fino al 1870 ufficialmente bilingue (tedesco e polacco) ed il 40% circa erano di lingua tedesca.


Posen in ua litigrafia del 1833

Tuttavia, poiché verso la metà del 19° secolo Posen è stata un centro del movimento nazionale polacco in Prussia, tra il 1867 e il 1912, soprattutto le circoscrizioni rurali Posen di Buk, Kröben, Schrimm, Wreschen, Krotoschin e Adelnau come pure le circoscrizioni di Montgomery, Inowrazlaw e Gnesen hanno eletto come deputati al Reichstag solo polacchi.

Nella Galizia austriaca, intorno al 1900, vivevano 80.000 tedeschi (1,1% della popolazione). Nel 1918-19, il paese, che aveva una maggioranza della popolazione proveniente dall’ est dell’Ucraina, è passata alla Polonia.


Lodz

Nella prima metà del 19° secolo nacquero colonie tedesche nei pressi della zona industriale di Lodz e nuovi insediamenti contadini si vennero a formare nella zona di Cholm. Nel complesso, nel 1897 più di 400.000 tedeschi, oltre il 90% dei quali erano protestanti, si potevano contare nel territorio.

Nel 1897 erano 170.000 i tedeschi che vivevano in Volinia, questi erano in particolare Mennoniti. Decine di migliaia furono deportati verso l'interno della Russia nel 1915-16. La parte occidentale della Volinia nei pressi di Luck passò alla Polonia nel 1921. Nella prima partizione dei territori, non erano compresi la Slesia orientale o la Prussia occidentale, che poi, nel 1918-21, sono stati incorporati dalla Seconda Repubblica polacca.


Una mappa del 1935 disegnata da Albert Breyer mostra la distribuzione degli insediamenti tedeschi nella regione. Mentre la mappa mostra chiaramente definiti i confini di insediamento dei tedeschi provenienti da diversi territori della Germania, in realtà gli insediamenti andavano oltre i confini definiti sulla mappa, con una considerevole sovrapposizione delle origini dei tedeschi. Questa regione è variamente denominata sia come "Regno del Congresso" che come "Polonia Russa".

Alcuni villaggi tedeschi nella zona sono stati identificati con l'aggettivo Niemiecki, che significa “tedesco" in lingua polacca (ad esempio, Kepa Niemiecka).  Questo differenziava i villaggi tedeschi da quelli nelle immediate vicinanze in cui vivevano i polacchi (i villaggi polacchi spesso avevano l'aggettivo Polski (ad esempio, Kepa Polska). Dopo la seconda guerra mondiale, a causa di sentimenti anti-tedeschi, l'aggettivo Niemiecki venne sostituito dal termine Nowe (nuovo). Tuttavia, alcuni villaggi ancora oggi conservano il vecchio aggettivo identificatore.

La grande maggioranza dei tedeschi in questa regione erano luterani. Mentre mantennero una chiara etnia germanica, adattarono le tradizioni e la lingua della cultura polacca e, talvolta, modificarono anche i cognomi. Comunque si verificò una quantità limitata di matrimoni misti tra le due culture.


i moti polacchi del 1830

Un gran numero di questi tedeschi scelse di lasciare la zona durante l'occupazione napoleonica, spostandosi più a sud e ad est fino alle regioni russe del Mar Nero. Altri ancora si trasferirono ad est della Volinia durante i moti polacchi del 1830 e del 1860.  Oltre alle condizioni di instabilità che li costrinsero alla fuga, erano stati attratti anche dalle offerte di terra che si erano rese disponibili a seguito dell’emancipazione della servitù della gleba in Russia.


emigranti

Un numero significativo di tedeschi della Vistola (compresi molti che avevano trascorso una o più generazioni nel Mar Nero, in Bessarabia ed in Volinia) migrarono nel Nord America nella seconda parte del 19° e nel 20° secolo. Poiché la maggior parte erano contadini, questi erano attratto dall’opportunità del basso costo delle terre nel Far West degli Stati Uniti e delle pianure e praterie canadesi. Essi ovviamente si sparsero anche in altre regioni.

Nel 1939 erano quasi 700.000 i tedeschi che abitavano in Polonia: 360.000 in Polonia centrale (di cui 155.000 in Voivodato di Lodz), più di 190.000 nei voivodati di Montgomery e Posen, 70.000 in Galizia e 65.000 nell’ovest della Volinia. Nel Voivodato di Posen, il numero dei tedeschi scese da 363.000 (28,5%) nel 1910 a 97.000 (7,1%) nel 1931.


si costruiscono case per i coloni
tedeschi trasferiti dall'URSS

Nel 1939-40, il territorio ha ricevuto circa 250.000 tedeschi trasferiti dai territori orientali e sud-orientali che, a seguito del patto Molotov-Ribentropp erano stati trasferiti all’URSS: quasi 100.000 venivano dalla Volinia, 70.000 erano i tedeschi provenienti dalla Romania, 50.000 erano i tedeschi del Baltico, ecc.

Coloro che erano rimasti durante la seconda guerra mondiale furono rimpatriati in territorio tedesco secondo gli accordi successivi alla guerra, stipulati tra le Potenze alleate di Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti.

In alcuni casi, le persone di etnia tedesca furono trattenute dalle autorità polacche comuniste per il lavoro forzato e rimasero in Polonia, come pure accadde ad alcuni tedeschi etnici che avevano legami di parentela con i polacchi.  Alcuni tedeschi vennero catturati dalle truppe sovietiche, e furono costretti a stabilirsi nel Kazakhstan e in Siberia.

La popolazione di etnia tedesca ha sopportato circa 50.000 morti durante la guerra come soldati tedeschi, mentre un più piccolo numero di morti ci furono nel 1939 come soldati polacchi e circa 100.000 furono le morti violente a causa di eccessi, omicidi, nel corso o dopo la deportazione verso l'Unione Sovietica (i deportati furono più di 100.000) o durante l’espulsione.