La Bucovina che si trova sul margine orientale dei Carpazi, nel 1775 è passata all’Austria dalla Moldavia, a quel tempo una provincia vassalla dell’impero Ottomano. E’ seguito un sistematico insediamento dei tedeschi provenienti dal Banato, dalla Boemia, ecc.
Non vi è stato un rapido aumento della popolazione contadina mentre vi è stata una grande espansione della capitale Czernowitz, dove, nel 1875, venne fondata l’università “Franz Joseph” di lingua tedesca.
Nel 1910 73.000 tedeschi vivevano insieme agli ucraini, ai rumeni, agli ebrei altre comunità linguistiche. A prescindere dalla nazionalità, tutti hanno dovuto parlare più lingue.
Con la disgregazione dell’Impero Austro-Ungarico, nel 1919, la Bucovina è passata alla Romania e
successivamente, nel giugno 1940 una parte della Bucovina è passata all’Ucraina Sovietica.
L’ accordo tedesco-sovietico di reinsediamento del 5.9.1940 e l’accordo tedesco-rumeno del 22.10.1940 ha
portato circa 93.000 tedeschi, tra settembre e dicembre 1940, ad abbandonare non solo la parte passata all’Ucraina Sovietica, ma anche la
parte che era rimasta alla Romania. 55.000 di essi sono stati reinsediati nella parte orientale della Slesia e nel Wartheland, da dove hanno
dovuto fuggire o sono stati espulsi all'inizio del 1945.
Se, come è probabile, le perdite di tedeschi della Bucovina corrispondono a quelli degli altri rumeno tedeschi,
circa 15.000 sono morti a causa della guerra.