I tedeschi del Baltico (in tedesco: Deutsch-Balten, o Baltendeutsche) sono gli abitanti di etnia tedesca che vivevano sulla sponda orientale del Mar Baltico, negli attuali paesi di Estonia e Lettonia. La popolazione tedesca in questi paesi non è mai stata più del 10% del totale. Essi hanno rappresentato per diversi secoli l’elite sociale, commerciale, politica e culturale della regione. Alcuni di loro hanno occupato anche posizioni di alto rango nella vita civile e militare dell’Impero Russo, in particolare a San Pietroburgo.
Nel 1881 in Estonia c’erano circa 46.700 tedeschi del Baltico e rappresentavano il 5,3% della popolazione complessiva. Secondo il Censimento dell’Impero Russo del 1897, in Lettonia c’erano 120.191 tedeschi del Baltico e rappresentavano il 6,2% della popolazione complessiva.
I danesi cominciarono ad arrivare nei territori baltici poco prima delle Crociate del Nord nei secoli 12° e 13°, seguiti da tedeschi: sia coloni che crociati. Dopo le crociate di Livonia ben presto i tedeschi arrivarono a controllare tutte le amministrazioni del governo, la politica, l’economia, l’istruzione e la cultura di queste zone, per oltre 700 anni fino al 1918, pur restando un gruppo di minoranza etnica. Mentre la grande maggioranza delle aree urbane vennero colonizzate dai commercianti, nacquero le tenute rurali, i cui proprietari erano i crociati tedeschi. Esempi di questi ultimi sono il castello crociato di Koknese in Livonia e quello di Dobele (demolito nel 19° secolo, quando venne costruita una nuova casa di campagna: “Villa Todleben”) e il palazzo di “Postenden”, in Curlandia. Con il declino della lingua latina, il tedesco divenne rapidamente la lingua ufficiale per tutti i documenti, il commercio e gli affari di governo, e questo e durato per centinaia di anni, fino al 1919.
Pur essendo politicamente subordinati alla legge dell’Impero Svedese fino al 1710 e dell’Impero Russo fino al 1917, ai tedeschi del Baltico sono sempre stati garantiti i loro “privilegi di classe” ed i diritti speciali di amministrazione.
In contrasto con i tedeschi del Baltico, l’etnia maggioritaria di Estoni e Lettoni avevano diritti e privilegi limitati e risiedevano soprattutto nelle aree rurali come servi della gleba, mentre nelle aree urbane erano artigiani, o servi nelle case dei tedeschi. Questo era in linea con il sistema sociale della Russia Imperiale ed è durato fino al 19° secolo, quando l’emancipazione dalla servitù della gleba portò agli Estoni e Lettoni un aumento dei diritti politici e delle libertà.
I privilegi di classe dei tedeschi del Baltico finirono con la fine dell'Impero Russo (a causa della rivoluzione bolscevica di ottobre 1917) e con l'indipendenza dell’Estonia e della Lettonia nel 1918-1919. Dopo il 1919, molti tedeschi del Baltico si sentirono obbligati a partire per la Germania mentre altri rimasero come semplici cittadini dell’Estonia e della Lettonia.
La loro storia e la loro presenza nei paesi baltici arrivò ad una fine improvvisa nel 1939, dopo la firma del Patto Molotov-Ribbentrop ed i successivi trasferimenti di popolazione, quando praticamente tutti i tedeschi del Baltico furono insediati dal governo tedesco nelle aree che la Germania aveva invaso nella Polonia occidentale. Gli attuali discendenti dei tedeschi del Baltico si trovano in tutto il mondo, con i gruppi più grandi in Germania e in Canada.
Nel corso dei loro 700 anni di storia nel Mar Baltico, le famiglie tedesche avevano spesso non solo radici etniche tedesche, ma si erano anche mescolate con le popolazioni di origine non tedesca, come i nativi estoni, lettoni e livoni, nonché con i danesi, svedesi, scozzesi, polacchi e olandesi.
Nei casi in cui si sono verificati i matrimoni misti, l’altro gruppo etnico
in genere veniva assimilato nella cultura tedesca, adottava la lingua
tedesca ed i costumi, e spesso i loro nomi e cognomi subivano una
“germanizzazione”. Venivano poi considerati tedeschi del Baltico a tutti gli
effetti.
I tedeschi del Baltico si insediarono principalmente nei seguenti territori:
l’antica Estonia (estone: Eestimaa), che era circa la metà settentrionale
della odierna Estonia; principali città: Reval (Tallinn), Narva (Narva),
Wesenberg (Rakvere), Weissenstein (Paide), Hapsal (Haapsalu).
Livonia (estone: Liivimaa; lettone: Vidzeme), corrispondente a circa la
metà meridionale della odierna Estonia e la parte settentrionale e
orientale della Lettonia di oggi; città principali: Riga, Wenden (Cesis),
Wolmar ( Valmiera), Walk (Valga o Valka), Dorpat (Tartu), Pernau (Pärnu),
Fellin (Viljandi).
Curonia o Curlandia; (lettone: Kurzeme), corrispondente circa la metà
occidentale dell’attuale Lettonia; principali città: Mitau (Jelgava), Windau
(Ventspils), Libau (Liepāja).
Ösel (l’isola di Saaremaa), oggi appartenente all’Estonia; città
principali: Arensburg (Kuressaare).