Cerca nel sito

Homepage l'ostsiedlung i tedeschi nei paesi Baltici i tedeschi in Polonia
i tedeschi nell’impero Austriaco i tedeschi nell’impero Russo altri insediamenti tedeschi
bibliografia siti amici mappa del sito

La storia
dei tedeschi del baltico

la storia in sintesi

dal 12° al 15° secolo

dal 16° al 17° secolo

il 18° secolo

il 19° secolo

dal 1901 al 1917

dal 1918 al 1938

dal 1939 al 1945

dal 1946 ad oggi


scrivimi

libro degli ospiti










© 2007-2012

 

sei in: i Germanici > i tedeschi nei paesi Baltici > i Tedeschi del Baltico > dal 1939 al 1945


dal 1939 al 1945
Il reinsediamento dei Tedeschi del Baltico


il piano nazista di reinsediamento
dei tedeschi del Baltico nel Warthegau

I tentativi del Presidente Ulmanis di raggiungere l’armonia con la minoranza dei tedesci del Baltico giunse ad una fine improvvisa quando, a seguito degli accordi segreti del 23 agosto 1939 con il Patto di non aggressione Molotov-Ribbentrop tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica, si decise che Estonia, Lettonia e Lituania passassero sotto la “sfera di influenza sovietica”. Hitler diede libero sfogo a Stalin in questi paesi e lasciò che venissero create basi militari sovietiche in Estonia e Lettonia nel 1939. Questo era in preparazione di una vera e propria invasione del Baltico da parte dell’Unione Sovietica nell’estate del 1940. Una delle principali condizioni poste da Hitler a Stalin nell’agosto 1939 fu il trasferimento di tutti i tedeschi etnici che vivevano in Estonia e Lettonia nelle zone sotto il controllo militare tedesco. Questo divenne noto come lo “Scambio di popolazione Nazista-Sovietica”.


“Baltenlager” (campo di transito per i tedeschi del  Baltico),
Posen (Poznan), 1940.

La Germania concluse piccoli trattati, il 15 ottobre 1939 con l’Estonia e il 30 ottobre 1939 con la Lettonia, riguardanti l’emigrazione dei tedeschi del Baltico e la liquidazione delle loro istituzioni educative, culturali e religiose.

La Germania nazista riuscì ad ottenere che i tedeschi del Baltico abbandonassero in fretta le loro case e la patria, vendendo i loro beni a prezzi stracciati. Anche se ci fosse stata teoricamente la possibilità di rimanere, di fronte alla minaccia diretta dell’annessione sovietica delle repubbliche indipendenti del Baltico (cosa che realmente accadde nel giugno del 1940), la stragrande maggioranza dei tedeschi in Estonia e Lettonia decise di partire. Nel 1940 partirono 13.700 tedeschi del Baltico dall’Estonia e circa 51.000 dalla Lettonia.


l’assegnazione ufficiale ai tedeschi del Baltico di una casa nel Warthegau

Nel tardo autunno/inverno del 1939/40, 13.700 tedeschi del Baltico partirono con le navi delle città portuali dell’Estonia e 51.000 della Lettonia verso i territori polacchi del Warthegau e le altre aree polacche annesse alla Germania nazista. Tuttavia, circa 10.000 tedeschi del Baltico scelsero di rimanere. P. Schiemann inviò una lettera personale al governo lettone, affermando la sua intenzione rimanere in patria solo perché si sentiva radicato in essa. Concluse la sua lettera con le parole dell’inno nazionale: “Dio benedica la Lettonia!”

Nel corso della cosiddetta “fine del reinserimento” nella primavera del 1941, partirono ulteriori 7.000 tedeschi dall’Estonia e 10.500 dalla Lettonia. L’insediamento si svolse nella Prussia occidentale e nel Warthegau. Le nuove case, le imprese commerciali e gli altri beni che gli vennero assegnati, in gran parte erano stati lasciati dai polacchi che pochi mesi prima, quando la Germania nazista invase la Polonia, erano stati deportati verso est.


Lettonia Sovietica

Dopo l’incorporazione forzata della Lettonia nell’URSS, più di 60.000 tedeschi e le loro famiglie lasciarono la Lettonia tra il 1939 e il 1941. Solo circa 1.500 tedeschi del Baltico rimasero. Questa fu la tragica fine di 700 anni di presenza dei tedeschi nella Lettonia. Questo era il risultato del patto segreto tra i due poteri totalitari.


1941 i nazisti entrano a Riga

Dopo l’occupazione degli Stati baltici da parte delle truppe tedesche, all’inizio del 1941, il governo nazista tedesco organizzò un altra nuova sistemazione per tutti coloro che si erano rifiutati di lasciare l’Estonia e la Lettonia nel 1939 o 1940.


tedeschi del Baltico partono per il reinsediamento

Questa volta non venne offerto un risarcimento per i beni o oggetti lasciati alle spalle e questo gruppo di reinsediati furono trattati con intenso sospetto o considerati traditori perché avevano rifiutato il primo invito di Hitler a lasciare il Baltico nel 1939 e 1940. L’invasione nazista dell’Unione Sovietica era imminente e questa era l’ultima occasione di Hitler per trasferire queste persone in tempo di pace. Questo trasferimento venne chiamato “Nachumsiedlung”.


in partenza da Riga

Da questo momento, i tedeschi del Baltico rimasti in Estonia e Lettonia si trovarono in una situazione molto diversa rispetto al 1939. I loro paesi erano ormai occupati dall’Unione Sovietica e una forte pressione e intimidazione fu messa a chiunque avesse avuto una posizione di privilegio o di ricchezza prima del 1939; ebbero luogo anche arresti di massa ed alcuni omicidi. Temendo un peggioramento della situazione, la maggior parte delle restanti tedeschi del Baltico decise di partire.


l'arrivo nella Grande Germania

Entro la fine di marzo 1941 circa 7.000 tedeschi del Baltico partirono dall’Estonia e circa 10.500 dalla Lettonia. Ma una piccola minoranza rifiutò ancora una volta di essere reinsediato e rimase nei Paesi Baltici. Nei primi giorni di giugno 1941 alcuni caddero vittime delle deportazioni nei gulag della Siberia sovietica; gli altri fuggirono con le truppe tedesche in ritirata nel 1944.


I lettoni Salutano l'arrivo
dei soldati sovietici

Un piccolo numero rimase nei paesi baltici dopo il 1944, ma questi furono oggetto di discriminazione (e l’eventuale deportazione in Siberia fino al 1953) da parte delle autorità sovietiche che ora comandava in Estonia ed il Lettonia. Come risultato di ciò, molti si nascosero o mentirono sulle loro origini. La maggior parte di questi tedeschi del Baltico erano i nati da matrimoni misti con estoni, lettoni e russi.

Quando il fronte tedesco orientale crollò, l’avanzata dell’Unione Sovietica in Polonia e in Germania alla fine del 1944 e all’inizio del 1945 portò le autorità tedesche all’evacuazione (o più semplicemente alla fuga) dei tedeschi del Baltico dalle loro “nuove case” in Polonia (dove Hitler li aveva sistemati nel 1939) verso aree ancora più occidentali per sfuggire l’avanzata dell’Armata Rossa. Circa 5.000 persone perirono sulla strada per la Germania.


sulla strada per la Germania

In netto contrasto con la sistemazione del 1939-1941, questa volta l’evacuazione nella maggior parte delle aree venne ritardata fino all’ultimo momento, quando ormai era troppo tardi per effettuarla in modo ordinato, e praticamente tutti hanno dovuto lasciare indietro la maggior parte dei loro averi. Visto che avevano vissuto in queste “nuove” case per circa cinque anni, questo per loro era quasi considerato come un secondo il reinsediamento forzato, anche se le circostanze erano diverse.

Dal gennaio del 1945, gli ultimi tedeschi del Baltico rimasti in lettoni ed in Estonia, condivisero la stessa sorte dell’espulsione che capitò a tutti gli altri tedeschi dell’Est europeo. Le fughe e poi le espulsioni fecero si che quasi uno su cinque tedeschi del Baltico perdesse la vita o scomparisse.


la nave “General von Steuben”

la nave “Wilhelm Gustloff”

Molti tedeschi del Baltico erano a bordo della nave “Wilhelm Gustloff” quando fu affondata da un sottomarino sovietico il 30 gennaio 1945, la nave con il numero maggiore di vittime nella storia di tutta la marina. Ulteriori tedeschi del Baltico morirono durante il naufragio della “General von Steuben” il 10 febbraio 1945.

Il destino successivo dei tedeschi del Baltico è stato terribile. Durante la seconda guerra mondiale, circa 8.000 tedeschi del Baltico sono morti, molti come soldati, altri come rifugiati. Tra i tedeschi Baltico morti c’erano sia coloro che avevamo sostenuto il regime nazista che coloro che si adoperarono contro Hitler.


Harold Alexander

Più tardi, con l’Estonia e la Lettonia che erano rientrate sotto la dominazione sovietica dopo il 1944, i tedeschi del Baltico non sono mai più tornati a vivere nei paesi baltici. La maggior parte di loro restò nella Germania occidentale, alcuni finirono in Germania Est e una minoranza significativa emigrò in Canada a partire dal 1948, con il sostegno del Governatore Generale del Canada, Harold Alexander, che aveva conosciuto molti tedeschi del Baltico quando era al comando del “Baltische Landeswehr“ durante la guerra di indipendenza della Lettonia.

Nel 1950, più di 40.000 tedeschi del Baltico vivevano in Germania, tra i quali circa 10.000 nella zona di occupazione sovietica (DDR), molti dei quali fuggirono nella Germania Ovest negli anni successivi. Diverse migliaia invece emigrarono all’estero.

indietro                        avanti