Gli inizi della colonizzazione tedesca in Galizia risalgano al 13° secolo, quando vennero chiamati soprattutto artigiani e mercanti tedeschi per la ricostruzione economica delle città. Entro la fine del 16° secolo questi coloni furono completamente assimilati.
La storia dei tedeschi di Galizia inizia con le “partizioni Polacche”, quando tra il 1772 e il 1795 la Polonia venne divisa per tre volte tra la Prussia, l’Impero Russo e l’Impero Austro-Ungarico.
Quando il Re Stanislao II di Polonia nel 1768 voleva attuare nel suo paese delle riforme per ridurre l’influenza della Russia, in Polonia scoppiò la guerra civile. Gli oppositori della riforma erano sostenuti dalla Russia e dalla Prussia che, per il supporto dato per la risoluzione del conflitto, si fecero pagare mediante cessione di territorio polacco.
Nel trattato di San Pietroburgo del 1772 la Russia, la Prussia e l’Austria si
divisero tra di loro un terzo del territorio polacco. Nel 1792 e nel 1795
vi furono ulteriori due divisioni, che riguardavano il resto della Polonia.
Nel 1722, con la prima partizione della Polonia, l’Austria acquisì la Galizia (circa 78.000 km2); questa, nell’Impero Austro-ungarico, venne chiamata “Regno di Galizia e Lodomeria” (anche se la Lodomeria, era andata alla Russia) ed appartenne alla Monarchia austro-ungarica sino al 1918.
In Galizia, al momento della sua acquisizione da parte dell’Austria, l’artigianato e l’agricoltura, rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale, erano molto arretrati.
Dopo la prima spartizione della Polonia, il 1 settembre 1774 Maria Teresa d’Austria emanò il primo editto d’insediamento nelle città, con il quale fece insediare a Leopoli (tedesco: Lemberg) i primi commercianti, artisti, fabbricanti ed artigiani provenienti dalla Germania.
Dopo la morte dell’imperatrice Maria Teresa, avvenuta nel 1780, l’imperatore
Giuseppe II attuò la vera e propria colonizzazione del paese che venne chiamata
la “Josephinische Ansiedlung” o colonizzazione di Giuseppe II.