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L'Ostsiedlung

i coloni delle Marche


L’arrivo dei coloni


Lo “Specchio Sassone” (Sachsenspiegel) raffigura la Ostsiedlung: il locatore (con un cappello speciale) riceve la carta di fondazione dal signore della terra. I coloni disboscano la foresta e costruiscono le case. Il locatore agisce come giudice nel paese.

Anche se la stragrande maggioranza dei coloni erano considerati “tedeschi”, questo termine va preso nel suo significato medievale, così che oggi la maggioranza dei coloni non sarebbero più considerati “tedeschi” ma austriaci, olandesi e fiamminghi. In misura minore, i coloni sono stati anche Danesi, Scozzesi o Venedi locali.

I coloni che migrarono da ovest ad est, quindi a sud-est erano quasi sempre tedeschi del sud (Bavari, Svevi), mentre il nord-est è stato prevalentemente insediato da Fiamminghi, Olandesi e Sassoni.

I coloni furono invitati dai locali governanti secolari, come Duchi, Conti, Marchesi, Principi e, in qualche caso, dai Re. Inoltre, i coloni furono invitati anche da istituzioni religiose, come monasteri e Vescovi, che erano diventati potenti proprietari terrieri nel corso della missione cristiana. Spesso era un Sovrano locale che concedeva vasti boschi ed alcuni villaggi ad un Ordine monastico, come quello cistercense, che avrebbe eretto un’abbazia e chiamato i coloni a coltivare la terra.

Ai coloni venicano concesse terre e privilegi. Gli insediamenti di solito erano organizzati dal cosiddetto “Lokator”, al quale veniva concessa una posizione di rilievo, quale la posizione dell’anziano del villaggio (Schulte o Schulze). Alle città che venivano fondate venne concesso il “diritto tedesco della città”. L’amministrazione agricola, tecnica ed i metodi legali degli immigrati, nonché il loro proselitismo sugli abitanti nativi, portò ad una graduale trasformazione delle aree di insediamento, così che le aree linguisticamente e culturalmente slave vennero “germanizzate”.

Oltre alle Marche che erano adiacenti l’Impero, l’insediamento tedesco si verificò anche nelle zone più lontane, come i Carpazi, la Transilvania, e lungo il Golfo di Riga. L’influenza culturale e linguistica tedesca, in alcune di queste regioni, é durata fino ad oggi. I governanti di Ungheria, Boemia, Slesia, Pomerania, Meclemburgo e della Polonia incoraggiarono l’insediamento tedesco per promuovere lo sviluppo delle porzioni meno popolate, e invitarono le popolazioni motivate che volevano coltivarle. I Sassoni di Transilvania ed i Tedeschi del Baltico furono tra quelli che si organizzarono corporativamente ed ottenneri privilegi.

A metà del 14° secolo, il progresso dell’insediamento ad est rallentò a causa della peste nera, inoltre le regioni più promettenti oramai erano in gran parte occupate, ma i locali Principi slavi delle medievali Pomerania e Slesia continuarono ad invitare coloni tedeschi nei loro territori. Ancora nel 18° secolo, dopo che la guerra dei trent’anni aveva ridotto la popolazione tedesca di un terzo, alcuni tedeschi seguirono l’invito a trasferirsi in zone lontane, come il fiume Volga.


L’assimilazione

La colonizzazione è stato il pretesto per il processo di assimilazione, che andò avanti per secoli. L’assimilazione è verificata da entrambi i lati, a seconda della regione, sia i tedeschi che popolazione locale sono stati assimilati.

Il processo polonizzazione dei tedeschi, che dal 13° secolo si stabilirono città polacche come Cracovia e Poznan durò circa due secoli. I Sorbi, nel corso del tempo, assimilarono i coloni tedeschi, ma altri Sorbi furono assimilati dai tedeschi circostanti. Molte città dell’est europeo furono un crogiolo multietnico.

Anche se in molte zone la densità di popolazione slava non era molto elevata rispetto a quella dell’Impero ed era ulteriormente diminuita durante le guerre dal 10° al 12° secolo, alcune aree erano ancora popolate esclusivamente dai Venedi.

Ci sono anche casi in cui i Venedi furono cacciati, al fine di ricostruire il villaggio con i coloni. In questi casi il nuovo villaggio avrebbe comunque mantenuto il suo vecchio nome slavo. Ad esempio, nel caso del villaggio Böbelin nel Meclenburgo è documentato che i precedenti avitanti Venedi invasero ripetutamente il loro ex paese per ostacolare il reinsediamento.

Eppure la discriminazione dei Venedi non deve essere scambiata con il concetto generale di Ostsiedlung. Piuttosto i Venedi locali erano soggetti ad un diverso livello di tassazione e quindi non più proficuo per i nuovi coloni. I Venedi parteciparono anche allo sviluppo del territorio da parte di coloni tedeschi ed i nuovi coloni non furono attratti per la loro appartenenza etnica, un concetto sconosciuto nel Medioevo, ma perla loro manodopera e lesperienza tecnica nel campo dell’agricoltura. Anche se la maggioranza dei coloni erano tedeschi (Franchi e Bavari nel Sud, Sassoni e Fiamminghi nel Nord), anche i Venedi ed altri parteciparono all’insediamento.

Nel tempo, la maggior parte dei Venedi fu gradualmente germanizzata. Tuttavia, in zone rurali isolate, dove Venedi erano una parte considerevole della popolazione, continuarono ad usare la lingua slava e conservarono gli elementi della cultura locale Veneda nonostante un forte afflusso tedesco. Questii erano i Polabi della Landa di Luneburgo (bassa Sassonia), gli Slovinzi e Casciubi della Pomerania Orientale ed i Sorabi della Lusazia.

Nei casi in cui i tedeschi si stabilirono ed ampliarono un insediamento slavo già esistente, mantennero il nome slavo, o lo tradussero, o lo rinominarono o gli assegnarono un nome misto tedesco-slavo. Nella maggior parte dei casi venne mantenuto il nome slavo. A volte i Venedi continuarono a vivere in una piccola parte distinta del villaggio, la “Kiez”.

Quando i tedeschi fondavano un villaggio nei pressi di un insediamento slavo, il nuovo insediamento prendeva il nome dal vicino insediamento slavo e raramente veniva assegnato un nuovo nome. La colonia tedesca e slava si distinguevano per gli attributi “Deutsch-” per il quella tedesca e “Wendisch-” per quella slava, o “Klein-” (piccolo) per il vecchio villaggio e “Groß-” (grande) per il nuovo.

Se il villaggio tedesco veniva fondato senza alcun insediamento slavo nelle vicinanze, il nome poteva essere sia tedesco, o il toponimo slavo della zona, o misto.

Nei casi in cui furono introdotti nomi tedeschi, di solito terminavano con “-dorf” o “-hagen” nel nord o “-rode” e “-hain” nel sud. Spesso erano il nome del “Lokator” della regione da cui provenivano i coloni a dare il nome al villaggio.

Visto che i nomi slavi vennero utilizzati per insediamenti di nuova costituzione o per l’ampliamento di precedenti, un gran numero (in molte zone anche la maggioranza) di città e villaggi nella Germania orientale e nei terrotori orientali dell’antico Impero Tedesco hanno nomi con radici slave. I più evidenti sono i nomi che terminano con “-ow”, “-witz” e “-in” “ad esempio “Berlin”). In caso di territori orientali della Germania passati alla Polonia dopo il 1945, questi nomi sono stati polacchizzati o sostituiti da nuovi nomi polacchi o russi.

Poiché in Germania i cognomi vennero soltanto dopo l’inizio dell’Ostsiedlung, molti cognomi derivano dal villaggio o dalla città natale di un antenato, molti cognomi tedeschi sono infatti toponimi Venedi germanizzati.

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