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la storia dei tedeschi della Prussa Orientale


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L’Impero Tedesco dal 1888 al 1914



l'Imperatore Guglielmo II


Guglielmo II

Guglielmo II fu l'ultimo imperatore di Germania e re di Prussia, dal 15 giugno 1888 al 18 novembre 1918.

Anche se in gioventù era stato un grande ammiratore di Otto von Bismarck, presto entrò in conflitto con il "cancelliere di ferro", la figura dominante nella fondazione del suo impero. Il giovane Imperatore era salito al trono con l’intenzione di governare direttamente il suo Impero, a differenza di suo nonno che aveva in gran parte lasciato l'amministrazione a Bismarck.

I primi conflitti tra Guglielmo II e il suo cancelliere presto avvelenarono i rapporti tra i due uomini. Bismarck credeva che Guglielmo poteva essere dominato e dimostrava scarso rispetto per le politiche dell’Imperatore. La separazione definitiva tra monarca e statista si verificò nei primi mesi del 1890.


Otto von Bismarck

Fu durante questo periodo che Bismarck, dopo aver ottenuto la maggioranza assoluta a favore delle sue politiche nel Reichstag, decise di fare le leggi anti-socialiste permanenti. I suoi sostenitori, la maggior parte nel Partito Conservatore e nel Partito Nazionale Liberale, erano favorevoli a queste leggi, con una sola eccezione: quella che dava il potere alla polizia di espellere gli agitatori socialisti. Questo potere era stato usato troppo a volte contro gli oppositori politici, e il Partito Nazionale Liberale non era disposto ad approvare questa clausola. Bismarck non acconsentì alla modifica del suo progetto di legge ed arrivò a porre il veto sull’intero disegno di legge.

Mentre il dibattito continuava, Guglielmo si interessava sempre più dei problemi sociali, in particolare il trattamento dei lavoratori delle miniere. Regolarmente interrompeva Bismarck quando era in Consiglio per chiarimenti sulla politica sociale. Bismarck era fortemente in disaccordo con la politica di Guglielmo e continuò a lavorare per la sua legge anti-socialista: voleva causare un’agitazione popolare per poi schiacciare i socialisti, ma Guglielmo fece capire che non era disposto ad aprire una sanguinosa campagna contro i suoi sudditi.


Guglielmo II e Otto von Bismarck

Successivamente Bismarck tentò di raggiungere un compromesso con Guglielmo, suggerendo un consiglio europeo, presieduto dall’Imperatore. per discutere le condizioni sociali del popolo, ma nonostante questo, un giro di eventi lo portò ad allontanarsi sempre più da Guglielmo.

La rottura definitiva avvenne quando Bismarck cercò una nuova maggioranza parlamentare, dopo il fiasco della legge anti-socialista. Guglielmo era furioso; in un’altro Stato parlamentare il capo del governo aveva il diritto di formare coalizioni per garantire la sua politica, ma in Germania il Cancelliere dipendeva solo dalla fiducia dell'Imperatore e Guglielmo riteneva di avere il diritto di essere informato, prima che Bismarck cercasse una nuova maggioranza. Bismarck, all'età di 75 anni, stretto in una situazione che non poteva utilizzare a suo vantaggio, scrisse la lettera di dimissioni.


Leo von Caprivi

Nel marzo del 1890, il licenziamento di Bismarck coincise con l'apertura dell’Imperatore della Conferenza Lavoro a Berlino. Nel 1891 il Reichstag emanò delle leggi che miglioravano le condizioni di lavoro, proteggevano donne e bambini e regolamentavano i rapporti di lavoro.

Bismarck fu sostituito come Cancelliere della Germania e Ministro-Presidente della Prussia da Leo von Caprivi, che a sua volta fu sostituito da Chlodwig zu Hohenlohe-Schillingsfürst nel 1894.

Con la nomina di Caprivi e poi di Hohenlohe, Guglielmo diede inizio ad un “Nuovo Corso”, in cui sperava di esercitare un'influenza determinante nel governo dell'impero. Guglielmo voleva escludere l'emergere di un altro “Cancelliere di Ferro”, ma, con il licenziamento di Bismarck, Guglielmo II distrusse ogni possibilità per la Germania di avere un governo stabile ed efficace.


Chlodwig zu Hohenlohe

Poco prima di morire, Bismarck, riferendosi alla Bulgaria, fece queste fosche previsioni: ”un giorno una grande guerra europea uscirà da qualcosa di maledettamente stupido che accadrà nei Balcani”. Bismarck aveva intuito che una crisi dei Balcani si sarebbe trasformata in una guerra mondiale (anche se la guerra avvenne nel 1914 ed il paese balcanico fu la Serbia e non la Bulgaria).

Guglielmo II perseguì una politica di massiccia costruzione navale. Ebbe la fortuna di poter ricorrere ai servizi del dinamico ufficiale di marina Alfred von Tirpitz, che fu messo a capo del Ufficio Navale Imperiale nel 1897. Il nuovo ammiraglio concepì quella che divenne nota come la “Teoria del Rischio”, secondo la quale la Germania poteva costringere la Gran Bretagna ad aderire alle richieste tedesche sulla scena internazionale attraverso la minaccia di battaglia nel Mare del Nord che avrebbe fatto perdere alla Gran Bretagna la supremazia navale.


Alfred von Tirpitz

Tirpitz godette il pieno sostegno di Guglielmo II dal 1897 al 1900, anni durante i quali fu ampliata la marina tedesca fino a competere con quella del Regno Unito. Nel 1889 Guglielmo II riorganizzò il controllo della marina con la creazione di un Gabinetto della Marina (Marine-Kabinett).

Oltre all'espansione della flotta, nel 1895 venne aperto il Canale di Kiel per consentire movimenti più veloci tra il Mare del Nord ed il Mar Baltico. Tramite questo canale si evitava la circumnavigazione della penisola dello Jutland permettendo un risparmio di 280 miglia nautiche (519 km).

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