Ogni famiglia riceveva 30 ettari di terra che dovevano essere suddivisi come segue:
15 ettari per il terreno da coltivare;
5 ettari per il giardino e il pascolo
5 ettari per il cortile e per trebbiare 1.
Il terreno fu lasciato come possesso ereditario alla colonia rispettiva.
Lo status giuridico dei coloni, tuttavia, era diverso da quello dei contadini russi. La maggior parte dei coloni era stata reclutata da commissari governativi e ottenne i privilegi richiamati nel secondo manifesto. Erano formalmente agricoltori liberi.
Un certo numero di colonie invece, furono fondate da locatori privati (uomini
incaricati dai Signori terrieri). Gli abitanti di queste colonie dovevano pagare
sin dall'inizio la decima parte del loro raccolto ai locatori o ai loro
delegati. Finirono così in un rapporto di dipendenza con le conseguenti
difficoltà economiche. La situazione si normalizzò solo nel 1770 dopo che tutte
le colonie furono subordinate al Comitato per gli stranieri con sede a Saratov.
Nei primi decenni della colonizzazione lo sviluppo economico delle colonie intorno a San Pietroburgo e quelle nel Medio Volga rimasero al di sotto delle aspettative. Ma il governo russo comunque continuava a credere nei benefici della colonizzazione straniera.
Con la lavorazione intensiva si accrebbe la qualità del terreno e di conseguenza aumentò la quantità del raccolto. Veniva coltivato essenzialmente grano, ma anche orzo, avena, segale e mais. I tedeschi attuavano la lavorazione intensiva della terra ed erano così nella condizione di avere il raccolto prima del tempo e di poterlo vendere ai mercati. Conseguentemente ottenevano un ottimo guadagno. Acquistavano perciò nuovi terreni e costruivano case migliori. Si può quindi dire che i tedeschi in quei tempi si erano guadagnati una meritata agiatezza2.
Oltre alle condizioni climatiche, i parassiti e le epidemie, per le colonie insediate in aree di confine venne fuori un ulteriore problema: la loro posizione strategica.
I cavalieri nomadi Kirghisi (popolazione di lingua turca stanziata nel Kirghizistan), attaccavano continuamente dall'est e distruggevano interi insediamenti, rubavano e riducevano gli abitanti in schiavitù.
A causa delle malattie, delle fughe e della schiavitù, il numero dei coloni si ridusse nei primi dieci anni, da circa 26.000 a poco più di 7.000 uomini.
Successivamente, per aumentare lo sviluppo, il governo russo concesse ulteriori prestiti, di contro espropriava i contadini che, a suo giudizio, erano incapaci di produrre.
I coloni restanti dopo le persecuzioni dei Kirghisi, ricevettero l’autonomia amministrativa e potevano eleggere il proprio borgomastro ed il proprio sindaco.
Vista la frammentazione territoriale e le varie caratteristiche dello sviluppo storico ed etnico in un ambiente russo, i tedeschi formarono una serie di gruppi: i tedeschi del Volga, i tedeschi dell’Ucraina, i tedeschi del mar Nero,, i tedeschi della Volinia, i tedeschi della Bessarabia, i tedeschi del Caucaso ed i Mennoniti.
I rappresentanti dei vari gruppi etnici
della popolazione tedesca per molto tempo conservarono soprattutto il
linguaggio, la cultura, la religione e lo stile di vita. Parlavano tra di loro
molti dialetti diversi e celebravano le festivita religiose e popolari quali il
Natale, la Pasqua, la Trinita, l’Harvest Festival, (festa del Raccolto), il
giorno della macellazione (tedesco Schlachtfest), ecc.
1 Famiglia Kisselmann: Tedeschi di Russia - Un po' di storia;
2 Dirk Virnich: Emigranti - Migrazione da ovest a est e da est a ovest, Materie: Politica, Kassel, Novembre 1999.