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la Transilvania provincia dell’Impero Asburgico


Luigi del Baden

Alla fine del 17° secolo, dalle dispute tra la dinastia degli Asburgo e l’Impero Ottomano, emerse un nuovo impero occidentale, la Monarchia Asburgica del Danubio. Scongiurarono l’assedio turco di Vienna (1683), dopo anni di guerra guidata da generali come il Principe Carlo di Lorena, il Margravio Luigi del Baden (chiamato “Türkenlouis”) ed il Principe Eugenio di Savoia.

Per gli Asburgo, l’acquisizione della Transilvania fu di grande importanza strategica e politica. A testimonianza, il generale austriaco Caraffa sottolineò: “Il Principato è creato dalla natura come una cittadella da cui ogni luogo che si trova tra il Danubio, Moravia, le montagne della Slesia polacca può essere dominato e controllato”. Come una forza fondamentale per la guida della Transilvania (“nervus ac decus Transilvaniae”), egli cita il popolo tedesco, definendolo “queste persone rette e ben intenzionate”, mentre questo paese altrimenti “è sempre stato ribelle verso la casa d’Austria”.


Soldateska

I Sassoni di avvicinarono gli Asburgo anche con una certa dose di scetticismo. Temevano i soldati grezzi e incontrollati (Soldateska), nuove tasse e l’entusiasmo dell’Imperatore nella Controriforma. Non volevano mettere a rischio il loro status ed il diritto costruito in un periodo di un secolo e mezzo, come uno dei tre gruppi determinanti per il destino del paese. Questo stato d’animo contro gli Asburgo fu la causa della cosiddetta ribellione Schuster a Kronstadt (1688).


Valentin Frank
von Frankenstein

Valentin Frank von Frankenstein, magistrato di Sibiu ed il notaio generale della provincia (Provinzialnotar) Johannes Zabanius Sachs von Harteneck negoziarono, insieme con i rappresentanti di altri due gruppi, il cosiddetto “Diploma di Leopoldo” del 1691. Questa era la costituzione che si applicava alle provincie e che confermava i privilegi e la libertà religiosa delle tre “nazioni” etniche. Questo Diploma è rimasto, in un certo senso, la base (costituzionale) del diritto della Transilvania fino al 1848.


medaglia austriaca commemorativa
del trattato di Carlowitz

Dopo la firma del trattato di Carlowitz del 1699, che aveva assicurato definitivamente la Transilvania agli Asburgo e liberato la stessa dall’ influenza dei Tuco-Balcanici, si verificò la progressiva integrazione della Transilvania nel complesso dei paesi asburgici, dovuta alla volontà della monarchia che esigeva uniformità. Venne imposto il centralismo della Corte di Vienna, a discapito dei gruppi etnici che custodivano gelosamente il pluralismo e cercavano di mantenere i loro privilegi.


Leopoldo I

I Sassoni di Transilvania dovettero combattere diverse battaglie allo stesso tempo. L’Imperatore Leopoldo I era cattolico e intendeva indebolire la chiesa luterana ed eliminare i privilegi dei Sassoni della Transilvania distruggendo la “Nationsuniversität”; specialmente durante i primi anni i Sassoni vennero gravati da tasse elevatissime; gli aristocratici ungheresi misero in pericolo il loro status giuridico e la loro autonomia fiscale, perché intendevano stabilirsi sulle dei Sassoni, ma non pagarvi le tasse; la popolazione rumena improvvisamente aumentò nel corso del 17° secolo. I rumeni si stabilirono nelle città svuotate dai tedeschi per le guerre e le epidemie, ed ora chiedevano i diritti civili.

L’identità della Transilvania tedesca doveva camminare il percorso difficile di un gruppo indipendente, determinando il proprio destino, diventando una minoranza etnica. D’altra parte i Sassoni della Transilvania si erano rafforzati da quando erano entrati in un rapporto più stretto con l’Impero. L’integrazione in un sistema politico ben organizzato era una garanzia per condizioni stabili e ordinate, che permettevano di stabilizzare l’economia.


Johannes Zabanius
Sachs von Harteneck

Durante questo periodo transitorio, Johannes Zabanius Sachs von Harteneck (1664-1703) divenne un brillante politico dei Sassoni della Transilvania. Da piccolo Zabanius aveva sofferto a causa della Controriforma voluta dagli Asburgo in quanto suo padre, che viveva nella dalla slovacca Presov, dovette fuggire a Hermannstadt dove divenne Pastore della città.

Zabanius si aspettava che la Transilvania migliorasse il riconoscimento della politica federale dei Sassoni sotto la protezione della dinastia degli Asburgo, che egli vedeva come un alleato naturale contro l’arroganza, le richieste ed i privilegi della nobiltà ungherese.

Zabanius chiese, in una proposta di riforma fiscale, la giusta distribuzione delle tasse tra tutti i cittadini del paese, senza escludere la nobiltà. Ma, percorrendo questa via ha dovuto pagare il prezzo più alto, divenendo vittima degli intrighi, tanto che fu giustiziato nel 1703.


Samuel von Brukenthal

“Fidem genusque servabo”, “Mi serve la mia convinzione e il mio popolo”, era lo slogan di Samuel von Brukenthal, un Sassone della Transilvania che era salito in alto nella gerarchia dello Stato austriaco. Egli divenne Governatore della Transilvania (1774-1787), mentre prestava servizio per sua “maestà cattolica”, Maria Teresa (1740-1780), durante un periodo di proselitismo cattolico, tanto da cambiare religione per fare carriera. Lui cambiò fede pur di rappresentare gli interessi dei suoi concittadini. Continuò comunque a proteggere la Chiesa Luterana della Transilvania e difese i diritti ed i privilegi dei Sassoni, cercando di prevenire le infiltrazioni straniere.

Samuel von Brukenthal lodava “l’uguaglianza davanti alla legge” e la coscienza comune dei membri della Sassone “Nationsuniversität” nelle sue argomentazioni contro i nobili ungheresi ed i rumeni che intendevano ottenere terreni e proprietà sul suolo sassone, e metteva in evidenza le sue tesi dichiarando: “Nessun magnate o nobile è libero nella nazione sassone, tutti pagano in base al loro possesso di proprietà, di terra e tutte le altre proprietà. Ognuno porti il peso collettivo, fornendo una parte delle truppe. Nessuno deve giudicare, se non i rappresentanti eletti della comunità (Communitäten)“.


l’Imperatrice Maria Teresa

All’Imperatrice Maria Teresa, egli sottolineò l’origine tedesca dei Sassoni e che “dal momento che sono stati chiamati dalla loro patria, le province tedesche sono rimaste tali”. Brukenthal descriveva anche il pericolo che: “Invece di avere una sola identità sarebbero diventati una miscela di molte razze e senza la virtù del popolo da cui uno discende, avrebbero portato i difetti e le debolezze di tutti quelli con cui si sarebbero mescolati”. (Anche se questo discorso oggi può sembrare razzista, deve essere considerato come un ragionamento fatto nel 18° secolo).


l’Imperatore Giuseppe II

L’Imperatore Giuseppe II (1780-1790) voleva creare una federazione moderna, attuando riforme tali da unificare tutti i cittadini con pari diritti in una “Natio austriaca”. Questo si rivelò disastroso per lo stato multinazionale. Infatti non si sviluppò una ideologia comune di uno Stato, ma ognuno sviluppò una propria identità nazionale. Il nazionalismo divenne il tema dominante nei secoli che seguirono.

Le misure di Giuseppe II miravano ad eliminare il pluralismo dei gruppi etnici in Transilvania e colpirono in particolare i Sassoni di Transilvania. Convinto che le difficoltà “tra le nazioni non si fermeranno a meno che tutti diventino Transilvani”, revocò il Diploma di Leopoldo del 1691, abolì la “Nationsuniversität” e, con il decreto “per l’uguaglianza per tutti i cittadini” (Konzivilitätsreskript) aprì agli ungheresi ed ai rumeni le porte delle terre Sassoni con “la parità in tutti i diritti”. E non vennero concesse garanzie per il mantenimento della minoranza sassone, che ora rappresenta solo il 10% della popolazione.

Sebbene successivamente Giuseppe II avesse revocato la sua “rivoluzione dall’alto”, il suo effetto non poteva essere semplicemente invertito. Il futuro dei Sassoni della Transilvania era diventato definitivo: l’esistenza come minoranza etnica sotto assedio di un nazionalismo ungherese nel 19° secolo e rumeno nel 20° secolo. I Sassoni non erano più uno dei tre pilastri di una Transilvania definita dalla diversità etnica.


Klemens von Metternich

I cosiddetti “anni di calma”, seguirono il periodo di Brukenthal e di Giuseppe II. Alimentata dalla "Realpolitik" di Klemens von Metternich, Cancelliere dell'Impero austriaco dal 25maggio 1821 al 13 marzo 1848, si sviluppò una “aristocrazia Sassone abituale” che impedì un rinnovamento spirituale ed economico.


Franz Grillparzer

Non prima del cosiddetto periodo "Vormärz" (Il termine Vormärz fu coniato dall'autore austriaco Franz Grillparzer in riferimento al clima di particolare eccitazione antecedente la fallita rivoluzione del marzo 1848) le cose si addolcirono: vennero aperte le casse di risparmio che alleviarono la carenza di denaro negli affari e nel commercio; le cooperative di agricoltori e artigiani permisero l’introduzione di nuove tecnologie.

La Società per la Storia della Transilvania (Verein für Landeskunde Siebenbürgische), fondata nel 1840, creò una apposita struttura per la ricerca scientifica; vi erano ammessi membri di tutte le nazioni e classi e questo accadeva per la prima volta.


il pastore Stephan Ludwig Roth

Proprio nel momento in cui l’inno sassone “Transilvania terra benedetta” veniva scritto, si aprì il conflitto tra Ungheria e Romania. Le voci dei Sassoni della Transilvania che chiedevano la riconciliazione furono spazzate via durante la rivoluzione del 1848/1849. Il portavoce più rilevante per la conciliazione, il pastore Stephan Ludwig Roth, venne giustiziato dai rivoluzionari ungheresi. Egli era stato determinante nella decisione della Sassone “Nationsuniversität” del 3 aprile 1848 che accettava pienamente la parità di diritti per i romeni che vivevano in Transilvania.


Lajos Kossuth

Dopo che l’Ungheria si era separata dalla monarchia asburgica, l’unificazione della Transilvania con l’Ungheria era ormai l’obiettivo principale di Lajos Kossuth, il leader della rivoluzione ungherese del 1948.

I Sassoni di Transilvania ed i Rumeni resistettero: erano concentrati in uno stato che si trovano al di fuori dei confini ungheresi e austriaci. I rumeni speravano di unire la Transilvania con la Moldavia e la Valacchia per creare un grande Stato Rumeno.


Frankfurter Nationalversammlung

I Sassoni, tuttavia, specialmente i giovani, erano entusiasti dell’Assemblea Nazionale di Francoforte (Frankfurter Nationalversammlung, la prima assemblea nazionale tedesca). In questa assemblea era stato scritto: “Il mondo è pieno di figli tedeschi; anche noi siamo discendenti da queste radici. Geograficamente separati, senza legami visibili alla madrepatria, ancora, viviamo attraverso la stampa, attraverso l’università, attraverso i viaggi dei nostri commercianti, attraverso i ricordi del passato e le speranze del futuro con e attraverso la Germania ... Siamo forti se la Germania è forte ... Noi vogliamo essere e rimanere ciò che siamo sempre stati, un popolo tedesco onesto e anche cittadini onesti e leali nel paese a cui apparteniamo”.


la Duplice Monarchia
Austro-Ungarica

"noi saremo per sempre uniti"

Questa devozione al patrimonio tedesco, combinata con la dichiarazione di fedeltà al paese in cui vivevano, dominò i successivi cento anni di storia dei Sassoni della Transilvania.

Aiutò a sopportare le conseguenze del compromesso di Ausgleich del 1867 che prevedeva l’unificazione della Transilvania con l’Ungheria della Duplice Monarchia austro-ungarica, la perdita di quasi tutta la partecipazione politica e la realtà di essere una minoranza che aveva perso la rappresentanza della Nationsuniversität, la crescente pressione a ”Magyarizzare“, la delusione della Corte degli Asburgo.


Georg Daniel Teutsch

La chiesa luterana sassone si sostituì alla “Nationsuniversität”, abolita nel 1867, come rifugio per l’identità del Sassoni. Il Vescovo venne riconosciuto come l’autorità spirituale e secolare dei Sassoni. I responsabili della Chiesa come il Vescovo Georg Daniel Teutsch (1817-1893) e suo figlio Friedrich (1852-1933) crearono nicchie all’interno della chiesa dove si poteva resistere alla ”Magyarizzazione“; la chiesa evangelica luterana divenne “La Chiesa dei tedeschi in Transilvania”.


frontespizio della “Storia dei
Sassoni di Transilvania
per il popolo sassone”

Qui i sermoni erano ancora detenuti in lingua tedesca, il sistema delle scuole confessionali, quasi interamente rimosso dalle autorità di governo, venne ulteriormente sviluppato, il tedesco potreva rimanere la lingua di insegnamento nelle scuole. Come sostituto per lo status politico perso i due Teutsch (Daniel e Friedrich) offrirono, con i loro quattro volumi “Storia dei Sassoni di Transilvania per il popolo sassone”, una racconto parzialmente idealizzato del passato glorioso e rafforzarono la fiducia in se stessi dei Sassoni.

La forte consapevolezza della storia che ha caratterizzato Sassoni della Transilvania fino ad oggi si basa sul loro comportamento passato. Contrariamente ad altri gruppi etnici in Transilvania la cui élite è stata assorbita dalla politica e dalla cultura dell’Ungheria, i Sassoni della Transilvania resistettero alla”Magyarizzazione“.

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