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la colonizzazione delle montagne centrali ungheresi

Le montagne centrali ungheresi facevano parte di una regione quasi completamente distrutta durante le guerre turche del 17° secolo e ulteriormente devastate subito dopo dai ribelli ungheresi, che cercavano di liberare l'Ungheria dal dominio asburgico. Molti insediamenti tedeschi nerra regione si erano già avuti a partire dal 11° secolo, e comprendevano Pest, la parte orientale di Budapest. A questi precedenti insediamenti si unitrono con le comunità degli Svevi del Danubio che arrivarono nella regione tra il 17° e 18° secolo.


gli insediamenti degli Svevi del Danubio sulle montagne centrali ungheresi

Il reinsediamento degli Svevi del Danubio nelle aree oramai disabitate delle montagne centrali ungheresi a seguito delle distruzioni ottomane, avvenne con la costruzione di circa 90 villaggi, ed il ripopolamento di Pest che, in mano ottomana, era finita nella più completa rovina.


la chiesa nel villaggio Svevo
di Bakonyjako

I nuovi coloni si occuparono prevalentemente di agricoltura, e rilanciarono le industrie e l'architettura.

Dal 1890 alla fine della prima guerra mondiale, da 20.000 a 23.000 Svevi del Danubio emigrarono verso gli Stati Uniti d'America per sfuggire alle terribili condizioni economiche prevalenti in quegli anni. Alcuni di loro tornarono alle loro case sulle montagne centrali ungheresi dopo pochi anni, dopo aver guadagnato abbastanza soldi per pagare i debiti e comprare un pezzo di terra. Ma molti rimasero negli USA, si sposarono e iniziarono una nuova vita.

La riduzione delle quote di immigrazione, approvate dal Congresso USA dopo la prima guerra mondiale, limitò il numero di stranieri che partivano per l’America fino alla fine della seconda guerra mondiale. Il numero stimato di Svevi del Danubio che riuscì a partire dalle montagne centrali ungheresi durante tale periodo fu solo da 2.000 a 4.000.


panorama del lago Balaton,
sulle montagne centrali ungheresi

Altri 5.000 Svevi fuggirono alla fine della seconda guerra mondiale per sfuggire alle brutalità dell'esercito russo. Poi, a seguito delle determinazioni degli Alleati alla Conferenza di Potsdam, da 10.000 a 15.000 abitanti dei villaggi delle montagne centrali ungheresi furono deportati nel periodo 1946-1948 dai comunisti ungheresi. Essi furono costretti ad abbandonare le loro case durante la notte con un preavviso di pochi minuti, ammassati in vagoni ferroviari con i soli vestiti che avevano addosso e tutto il cibo e beni che potevano portare e spediti per Austria o per la Germania Est, dove venivano internati nei campi di concentramento fino a quando non veniva trovato loro un lavoro.

Alcuni di loro riuscirono ad attraversare il confine per la Germania Ovest ed emigrare negli Stati Uniti o in Canada. Alcuni Svevi rimasti sulle montagne centrali ungheresi fuggirono durante la rivoluzione del 1956.

In totale si può stimare che tra il 1890 ed il 1960, furono da 25.000 a 30.000 Svevi delle montagne centrali ungheresi che ha trovato una vita migliore in America. I discendenti di questi immigrati oggi sono circa 250.000/300.000, la maggior parte dei quali conoscono poco o niente dei loro antenati e le tribolazioni, le lotte e disagi da essi sopportate nel corso degli ultimi trecento anni.

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