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la transilvania dei Daci e dei Romani


una tetradracma dei Geti

Nella tarda età del Ferro, 4° e 3° secolo a.C., in particolare fonti greche nominano i “Geti” (Traci del nord). Erodoto li descrive come il “più coraggioso e più giusto” tra i popoli Traci. Si svilupparono e divennero potenti sotto il Re Dromichaites in quella che è oggi Valacchia. Dromichaites si alleò con gli Sciti intorno al 290 a.C. e sconfisse l’esercito greco-macedone. Menzione dei Traci del nord che vivevano in Transilvania venne fatta dai Romani. Erano chiamati Daci nelle fonti della storia romana.


i resti di una fortezza

I Daci svilupparono fortezze con argini e muri in pietra nel 3° - 1° secolo a.C. come difesa contro i Celti. Sotto il Re Burebista (1° sec. a.C.), che regnò per quasi quattro decenni, i Daci svilupparono il sistema di difesa e la guerra ad un così alto grado, che erano diventati una sfida per il vicino impero romano, che era avanzato sino al Danubio. Burebista fu in grado di unire i Daci del nord del Danubio, creando un impero che si estendeva dal nord dei Carpazi sino al Mar Nero.


Burebista

Il sovrano era fiancheggiato da un sommo sacerdote che aveva quasi gli stessi poteri del Re, che rappresentava la religione dominante in tutto l’impero dei Daci. Il santuario centrale era situato sul Monte Broosner, dove molto probabilmente vi era anche la sede del Re. ed era difeso da una serie di fortezze.

I Daci praticavano le attività minerarie, l’artigianato e il commercio, oltre all’agricoltura ed all’allevamento di animali. La società era divisa in strati socialmente strutturati.

Il piano di Giulio Cesare per eliminare la minaccia dei Daci non venne realizzato se non dopo il suo assassinio. Nello stesso anno (44 a.C.) il Re Burebista venne assassinato e il suo impero crollò. Tuttavia, i suoi successori furono in grado di resistere a lungo in Transilvania.


statua moderna di Decebalo

Sotto Decebalo (87-106 d.C.), l’impero dei Daci divenne ancora più potente. Sconfisse una legione romana poco dopo aver cominciato a governare, ma venne sconfitto poco dopo nei pressi di Tape (88 d.C.). Decebalo utilizzò un periodo di pace per espandere il sistema di fortezze e riorganizzare il suo esercito. Estese il suo impero sino ai fiumi Tisza e Dnjestr senza mettere in pericolo la pace con i Romani.

Traiano riconobbe il potenziale pericolo creato da tale politica, che aveva rafforzato militarmente Decebalo. Anche le ricchezze della Dacia furono un ulteriore incentivo per attaccare. Anche se i Daci furono sconfitti durante la prima campagna militare romana (101-102), non si arresero. Il paese venne definitivamente conquistato nella campagna successiva (105-106) e la capitale Sarmizegetusa venne catturata, dopo che i romani avevano costruito un ponte sul Danubio presso Drobeta. Il ponte era una creazione dell’architetto greco-romano Appollodoro di Damasco.

Decebalo si uccise con la sua spada per evitare una umiliante cattura.

La vittoria e la consegna della Dacia all’autorità di Roma venne celebrata con grandi festeggiamenti.

Gli eventi più importanti della guerra sono illustrati sulla Colonna di Traiano eretta in una piazza di Roma. La Dacia era diventata una provincia romana.


colonna di Traiano

particolare
della colonna di Traiano

Enormi sforzi furono necessari a Roma per garantire l’integrazione del territorio conquistato militarmente. Legioni e truppe ausiliarie erano stanziate stabilmente nel territorio. Furono costruiti accampamenti militari (castra) ed eretto il limes (opere di difesa del confine).

Per garantire le forniture, i Romani costruirono un eccellente rete stradale. Ulpia Traiana Sarmizegetusa divenne la capitale della provincia ed Apulum il centro militare.

Altre città, tra le quali Napoca e Potaissa, furono fondate come centri economici e amministrativi. Attratti erano veterani, artigiani, minatori e commercianti che si erano fatti “ex toto orbe Romano”.

La maggior parte dei coloni, spesso attratti con incentivi, venne dalla penisola balcanica e dall’Asia Minore. I minatori, fortemente richiesti, ricevettero contratti vincolanti. Il latino divenne la lingua ufficiale e colloquiale di tutti i giorni.


la Dacia, Provincia Romana

sesterzio romano coniato per
celebrare la conquista della Dacia

Un boom senza precedenti si sviluppò per l’economia, in particolare nella produzione di oro nei Carpazi Occidentali (prevalentemente ad Ampelum e Alburnus Maior). La costruzione di nuove strade e corsi d’acqua permise relazioni commerciali con le altre province dell’impero. La Dacia divenne parte dell’impero romano politicamente, economicamente e culturalmente per quasi due secoli, I suoi cittadini potevano affermare con orgoglio: “civis Romanus sum”.


Testa in bronzo di Aureliano

La Dacia, tuttavia, è stata fin dall’inizio solo un avamposto romano, situata al di là dei confini naturali dell’impero, spesso limitato a nord dai grandi fiumi. Già alcuni decenni dopo essere diventata parte dell’impero dovette respingere gli attacchi dei barbari. Nella seconda metà del 2° secolo l’impero si trovò a dover combattere le invasioni di Quadi, Marcomanni, Vandali e Sarmati. La lotta contro i Goti, che ripetutamente devastavano la provincia invadendola da nord dal 235, richiese un ulteriore sforzo per l’impero già indebolito. L'Imperatore Aureliano agì di conseguenza nel 271. Egli rinunciò alla Dacia e si ritirò dalla provincia strategicamente troppo esposta e consolidò le sue forze lungo il Danubio.

Gli storici differiscono notevolmente sull’evacuazione dei romani dalla Dacia. Alcuni storici sono convinti che nessuna popolazione romanizzata rimase in Transilvania dopo il 271; altri sostengono la tesi di una continuità della Dacia romana.

Dopo il 3° secolo, esiste un buco di molti secoli nella storia documentata della Transilvania. Le evidenze archeologiche sono scarse, pertanto non ci sono prove per risolvere la questione. Si può solo supporre che le città e le guarnigioni più grandi vennero evacuate e, pertanto, la vita urbana romana in Transilvania si concluse.

Tuttavia, sembra dimostrato che una parte della popolazione di lingua latina nella Dacia e continuò a prosperare in piccole comunità isolate. Alcuni reperti risalenti al periodo dal 4° al 7° secolo (la prova del primo cristianesimo, monete romane, le sezioni di iscrizioni latine come la “Donarium” di Birthälm, ed altre) forniscono prove sufficienti. Questa popolazione fu, tuttavia, decimata nel corso dei secoli.

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