L’inizio della storia recente dell'Ungheria, inizia con una catastrofe nel regno medievale ungherese del 1526. Il Sultano Solimano il Magnifico, sconfisse l’Ungheria nei pressi Mohács. Re Luigi II morì in battaglia, e Non avendo avuto figli e avendo sua sorella Anna sposato Ferdinando d'Asburgo, la corona d’Ungheria venne rivendicata da quest’ultimo.
Ma questo riguardava la Transilvania ma solo l’area occidentale e nord-orientale dell’Ungheria. Infatti l’Ungheria centrale era stata occupata dalla dinastia di Osman venne e trasformata nel 1514 in una Pashalyk (una provincia turca) mentre la Transilvania si era sviluppata in un Principato autonomo, riconoscendo la superiorità dell’impero ottomano.
In transilvania tre gruppi privilegiati, la nobiltà ungherese, gli Székelyek liberi ed i Sassoni svolgevano i ruoli decisivi. Avevano il diritto di veto in assemblea ed erano in grado di bloccare le leggi, qualora fossero state in contraddizione con i propri particolari interessi.
L'assemblea eleggeva quindi il Principe di Transilvania, scegliendolo tra gli aristocratici, e nominava i suoi consiglieri. Né al Principe, né ai gruppi privilegiati era permesso di interferire con gli affari di un altro gruppo. E’ ovvio capire che questo fu il periodo in cui nacque una certa autonomia per i Sassoni della Transilvania.
Per il Principato di Transilvania, la situazione politica ed economica si sviluppò in modo sfavorevole. La Transilvania si trovò al centro della lotta secolare tra gli Asburgo e l’Impero Ottomano. La dinastia austriaca, pur non avendo il potere di intervenire, non rinunciava alla sue pretese sulla Transilvania, che riteneva di importanza strategica. L’aristocrazia ungherese era contraria a tali pretese, mentre i Sassoni di Transilvania sostenevano la fedeltà alla dinastia Asburgo, convinti che questa sosteneva l’Occidente nella lotta contro i Turchi. Il sostegno dei Sassoni alla dinastia Asburgo fu connesso anche al rinnovamento spirituale dei Sassoni di Transilvania, avvenuto durante il 1540.
Johannes Honterus, un senatore di Kronstadt che aveva studiato a Vienna ed sera stato attivo come editore e umanista a Cracovia e Basilea, praticava il rinnovamento spirituale nello spirito di Martin Lutero ed aveva pubblicato un libretto sulla riforma. Il primo cittadino di Hermannstadt, Peter Haller, riscrisse parzialmente il libretto, intitolandolo “Ordine della Chiesa di tutti i Sassoni di Transilvania” (aller Kirchenordnung Deutschen in Sybembürgen) e lo diffuse in tutta laTransilvania.
La “Nationsuniversität” nel 1550 decise di imporre le regole dell' “Ordine della Chiesa di tutti i Sassoni di Transilvania” in tutte le città e le comunità della Transilvania. I Sassoni di Transilvania crearono una cosiddetta “università spirituale”, una chiesa “personale”. Con il passare del tempo, questi evangelisti si organizzarono nella “Ecclesia Dei nationis Saxonica” (Chiesa di Dio per la nazione Sassonica). In conformità con l’ ”Ordine della Chiesa”, che comprendeva anche la cura dei poveri e dei malati, venne ristrutturato il sistema scolastico sia nelle regioni urbane che in quelle rurali. La lingua tedesca era parlata in chiesa e nella scuola.
I diplomati delle scuole secondarie vennero inviati alle università protestanti in Germania. Per questo il contatto con la “madrepatria”, divenne, per così dire, istituzionalizzato, almeno per ciò che riguarda l’istruzione universitaria. Anche se i Sassoni della transilvania avevano aderito alla Riforma di Lutero, la Confessione cattolica degli Asburgo veniva comunque accettata. Ungheresi e Székelyek erano o Riformati o Cattolici, mentre i romeni rimasero Greco-Ortodossi.
Confessione religiosa e nazionalità divennero sinonimi. Tuttavia, la tolleranza religiosa nacque nel 1557 su iniziativa della Sassone “Nationsuniversität”, la prima in Europa. Questo voleva dire: “ognuno può mantenere la sua confessione e permettersi, a sua discrezione, rituali vecchi o nuovi a servizio della chiesa, scegliere la propria confessione di fede, permettere che accada ciò che ognuno preferisce, senza però insultare la confessione di altri”. Pur tollerando le altre confessioni, la confessione evangelico-luterana divenne una componente importante dell’individualità dei Sassoni della Transilvania.
Nel 1583 la Nationsuniversität riunì le leggi ancestrali comuni, che erano state completate con le clausole del Diritto Romano, e rivide le leggi approvate dal Principe di Transilvania Stephan Bathory, che era anche il re di Polonia. Queste leggi presero il nome di: "Lo Statuto dei Sassoni in Transilvania ed il diritto sulla terra" (Der Sachsen in Siebenbürgen Statuta oder eygen Landrecht).
Lo Statuto garantiva a tutti i membri della Nationsuniversität la libertà personale, il diritto di proprietà e l’uguaglianza davanti alla legge, e rimase in vigore fino al 1853. Tuttavia, la realtà non sempre rifletteva l’uguaglianza come espresso nella legge. Le differenze sociali erano presenti nella società della Transilvania sassone e conflitti tra la popolazione patrizia e le classi inferiori divennero particolarmente virulenti nel 17° secolo.
All’interno del gruppo si sviluppò la convinzione di una società “in cui nessuno è padrone e nessuno è servo”, di una democrazia secolare basata sulla elezione dei rappresentanti politici e clericali. Gli storici hanno un ruolo influente in questo sviluppo. Questa componente dell’individualità dei Sassoni della Transilvania ignorava non solo le strutture sociali, ma anche il fatto che solo i proprietari potevano essere eletti. I Sassoni della Transilvania plebei non partecipavano a questa democrazia e neanche i subordinati rumeni che si erano stabiliti nella terra della corona.
La nuova coscienza di sé si sviluppò durante il periodo dell’Umanesimo e della Riforma nel Principato di Transilvania e si riflette in un discorso del 1591 fatto dal Conte sassone Albert Huet al Principe di Transilvania dal titolo: “il sermone di base sulle origini dei Sassoni, la vita, le azioni ed il cambiamento”.
Era un discorso destinato a difendere i privilegi dei Sassoni. L’aristocrazia ungherese metteva in discussione questi privilegi, facendo riferimento all’origine straniera ed alla classe umile dei contadini e commercianti tedeschi.
Huet contrastò l'aristocrazia ungherese dichiarando che erano stati “invitati e richiesti” e che “hanno lottato per la loro terra così a lungo fino a quando le spade e le lance potevano diventare vomeri”. Come agricoltori, artigiani e commercianti, avevano “guadagnato onestamente il pane ... e in caso di bisogno davano al Re ed al suo popolo un buon interesse, grasso e piacevole”, che era di gran lunga superiore a quello che aveva fatto una qualsiasi delle altre “nazioni”.
Inoltre “i Sassoni occupano la terza parte della terra ed
utilizzano una libera votazione per eleggere il Principe e tutte le attività
comuni”. “Questo è il motivo” Huet dichiarò con fiducia “non siamo più estranei,
ma i cittadini e gli abitanti del paese”.